Lotta ai contanti, in Italia si pensa all’euro digitale mentre in Svezia e Norvegia fanno “dietrofront”. Perché?
Oggi gli italiani scelgono sempre di più di pagare cashless, tanto che di recente le transazioni con le carte di credito hanno superato quelle effettuate con le banconote. Il nostro Paese veniva additato dagli altri europei perché ancora “indietro” rispetto a digitalizzazione, ma pian piano le cose sono cambiate. Anzi, sono stati fatti ulteriori passi avanti. A ottobre molto probabilmente l’euro digitale sarà pronto, come annunciato da Lagarde: non si tratta solamente di un’alternativa verso il contante ma anche di una strategia per difendersi dai pericoli connessi alle “stablecoin statunitensi, criptovalute ancorate al valore del dollaro, che l’amministrazione Trump è intenzionata a promuovere al di fuori degli Stati Uniti“.
Agli europei interessa davvero l’euro digitale?
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Di contro, da un sondaggio della BCE emerge che i cittadini europei sono ancora poco convinti della reale utilità dell’euro digitale. Anzi, alcuni vedono una mossa “di controllo” ulteriore che l’UE starebbe attivando per stringere sempre di più le libertà di movimento. Tra complotti, fake news e incertezze, l’euro digitale potrebbe dunque avere molte difficoltà a entrare a pieno regime, come voluto dalla Commissione.
Dal medesimo studio, intitolato “Consumer attitudes towards a central bank digital currency“, svolto su circa 19 mila intervistati in 11 nazioni dell’area euro, emerge che contestualmente all’entrata in vigore dell’euro digitale la politica dovrebbe adottare forme di comunicazione persuasive e informative, in modo da far comprendere ai cittadini tutti gli aspetti positivi di questa forma di pagamento alternativa (e non sostitutiva del contante, come ci tiene a sottolineare Lagarde). Si evince infatti la dichiarazione seguente.
I consumatori ai quali viene mostrato un breve video con una comunicazione chiara e concisa sulle caratteristiche chiave dell’euro digitale sono significativamente più propensi a cambiare opinione su questa nuova forma di pagamento
Si tratta dunque di uno strumento che italiani ed europei potranno decidere liberamente di adottare o meno, e le abitudini e cultura dei consumatori non dovrebbero incidere negativamente sui prossimi sviluppi. Eppure, in Europa qualcosa si sta muovendo nella direzione opposta.
Gli svedesi sono invitati a tenere una scorta di contanti in tasca, perché?
La notizia circa “l’abbandono dei pagamenti digitali” in Svezia – e a dire il vero anche in Norvegia – ha fatto il giro del web grazie anche ai Social, come TikTok. Ma prontamente sono arrivate le smentite dei factchecker, o quantomeno le spiegazioni ufficiali e più razionali.
C’è da dire però che i due Paesi, tra i più digitali d’Europa, con l’avvento della Guerra in Ucraina e con i timori di un’invasione russa stanno avvertendo i cittadini. Non è un mistero che alla popolazione siano stati distribuiti a novembre scorso degli opuscoli con istruzioni di comportamento da adottare in caso di guerra o cyber attacchi. Le istruzioni comprendevano anche la scorta di contanti di tutti i tagli, per ovviare a eventuali danni infrastrutturali (cloud, energia eccetera).
Secondo il recente rapporto della Banca Centrale Svedese, però, emergono due dati contrastanti: il primo è che l’uso del contante nel Paese è bassissimo, e che il 2025 avrebbe dovuto essere l’anno dello stop definitivo alle banconote cartacee. Dall’altro, proprio la banca afferma che “È necessario adottare misure per rafforzare la preparazione e ridurre l’esclusione in modo che tutti possano pagare, anche in caso di crisi o guerra”.
I timori di cyber attacchi, dunque, sono reali, e il Governo sta dando indicazioni ai cittadini su come prepararsi in caso di crisi. Nel resto d’Europa, invece, non se ne parla affatto, e come detto poco sopra si sta andando celermente avanti per introdurre anche l’euro digitale. Se la verità sta nel mezzo, forse è davvero consigliabile seguire i suggerimenti svedesi, se non altro perché la fragilità dei sistemi tecnologici attualmente in uso è fuori dubbio.